La storia di Leidy Yenny, la bambina boliviana scomparsa dall’asilo
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

La storia di Leidy Yenny, la bambina boliviana scomparsa dall’asilo

Carabinieri

La scomparsa di Leidy Yenny risale al 5 marzo del 1990, quando si perse ogni sua traccia dopo un pomeriggio all’asilo.

La boliviana Leidy Yenny Justiniano Roca aveva 4 anni e mezzo quando scomparve dalla scuola materna “Club de Leones” di Santa Cruz, il 5 marzo del 1990. Dopo oltre 23 anni dalla tragedia, sua madre Norma Roca Moron spera ancora di poterla riabbracciare un giorno.

Come fare soldi? 30 idee semplici per guadagnare

Carabinieri
Carabinieri

La scomparsa di Leidy Yenny

Era un pomeriggio come tanti, e Norma aveva lasciato sua figlia all’asilo di Santa Cruz de la Sierra alle 14.00. La donna aveva aspettato per circa quaranta minuti Kitty, la nuova compagna del padre di Leidy Yenny, che le avrebbe dovuto dare alcuni materiali scolastici da consegnare alle maestre.

Dopo un’attesa vana, Norma tornò a lavoro in un luogo vicino la scuola materna della bambina, per poi tornare a riprenderla alle 16.05. Quando giunse davanti alla scuola però, sua figlia non c’era più, e nessuno nell’istituto riusciva a dirle dov’era potuta finire.

Solitamente, la piccola attendeva sua madre sugli scivoli o sulle altalene del giardino, senza allontanarsi mai. Anche la maestra confermò di averla vista proprio lì l’ultima volta, ma poi di Leidy Yenny non si ebbe più nessuna notizia.

La ricerca disperata

Dopo aver cercato più volte Leidy Yenny all’interno della scuola materna, Norma chiese all’insegnante se Kitty fosse passata a lasciare del materiale scolastico. Ma secondo quanto provato, nessun adulto era passato a lasciare alcun oggetto.

Tornando di corsa in ufficio, un collega gli riferì che Kitty era passata a lasciare solamente un anello. Disperata, la madre della bambina si recò a casa sperando che qualcuno l’avesse accompagnata, ma niente. Così decise di andare a casa del padre della figlia, Marcos, ma i vicini di casa riferirono che non c’erano né lui né la piccola.

I primi sospetti

Norma segnalò la scomparsa della bambina anche alle stazioni radio e ai canali televisivi, finché la sera di quel 5 marzo non tornò a casa dell’ex marito per un confronto con lui e e la sua compagna. Kitty disse di aver consegnato il materiale scolastico all’insegnante e di essere poi andata via senza aver visto la bambina.

Questa fu una delle prime contraddizioni, dal momento che Norma sapeva già che quel materiale non era mai arrivato nelle mani dell’insegnante e che la matrigna stava mentendo. I sospetti di Norma erano già fondati verso i familiari.

Secondo la donna, Kitty – deceduta nel 2012 – era coinvolta nel rapimento della figlia, agendo con Marcos e Sonia, la zia paterna della bambina.

La testimonianza

Un ragazzo che lavorava per Marcos, confessò alla madre della bambina che l’uomo gli aveva offerto dei soldi per portargli Leidy Yenny e, in un’altra occasione, per aggredire Norma quando avesse ricevuto denaro per l’assistenza familiare.

Nonostante queste incongruenze, dopo qualche mese di detenzione, il giudice rilasciò Kitty (unica sospettata), fissando una cauzione finale di soli cento boliviani.

Norma non ha mai smesso di cercare sua figlia, la scorsa settimana infatti è comparsa a “Chi l’ha visto?”, raccontando di essere stata contattata di recente da una ragazza sudamericana che pensava di essere sua figlia. Ma, purtroppo, ancora una volta, l’esito è stato negativo.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 20 Giugno 2023 17:51

Kenya, setta del digiuno: la scoperta inquietante

nl pixel